Cent’anni di mormorii

Colombia, 2020

Alcune impressioni sulla vita in un piccolo paesino caraibico, nella costa nord della Colombia, dove ho trascorso 3 mesi.

Il progetto è nato con quattro disegni a penna ispirati a scene quotidiane, e si è poi arricchito di un filone narrativo per approfondire descrizioni e impressioni.

Some feelings about life in a small Carribean town, on the northern coast of Colombia, where I’ve spent 3 months.

The project started with four pen drawings inspired by daily life, and got enriched later with a narrative sequence to go deeper into descriptions and impressions.

Alcune impressioni sulla vita in un piccolo paesino caraibico, nella costa nord della Colombia, dove ho trascorso 3 mesi.

Il progetto è nato con quattro disegni a penna ispirati a scene quotidiane, e si è poi arricchito di un filone narrativo per approfondire descrizioni e impressioni.

Rincón del Mar, letteralmente “angolo del mare”, è esattamente ciò che evoca il nome: un pezzetto preso in prestito alla spiaggia e nulla più, dove si è creato – quasi per sbaglio – un insediamento umano. Lontano dagli altri abitanti del mondo, lontano dai collegamenti con loro e persino lontano dal tempo che scorre, Rincón esiste e continua ad esistere in una bolla tutta sua.
Due del pomeriggio. Il sole scioglie le pietre.
Un neonato dorme solo nell’amaca, mentre il vento lo culla.
La vita segue il suo corso infinito a #RdM.
Verde, calda, torbida. L’acqua tropicale che marca il confine di questo globo si trascina avanti e indietro con pigrizia, inumidendo piedi, barche capovolte, gusci di noci di cocco e reti da pesca impigliate. Al di là del suo orizzonte nebuloso compaiono saltuariamente isole-miraggio. O forse no.
Due bambini appaiono dal nulla nella loro barchetta,
scendono, la trascinano con forza fino alla spiaggia,
e tornano alla calma della loro quotidianità a #RdM.
Sotto al sole cocente, ma sempre attraverso il filtro di qualche cono d’ombra, la vita prende forma amalgamandosi in lunghe conversazioni. Uomini che confabulano seduti in spiaggia. Donne che parlottano per la strada arenosa, sull’uscio di casa. Venditori di frutta tropicale. Friggitrici di mandioca. Minuscoli frammenti minerali conquistano piedi, caviglie e polpacci: ogni scena di vita quotidiana è recitata sulla sabbia.
“Negretto, guarda là, verso l’isola grande”,
grida il più scuro di tutti.
Dalla sua seggiolina,
immobile come lo scorrere del tempo a #RdM.
Le parole hanno una consistenza sabbiosa. Escono e viaggiano rapidamente, lasciandosi rimodellare con facilità. Il villaggio mormora. Le storie passano di bocca in bocca, mutando, destrutturandosi, arricchendosi di nuovi elementi – tanto realistici quanto implausibili. Ogni tematica è malleabile e può essere plasmata secondo il proprio gusto.
“C’è una strega in giro per il villaggio”, si mormora tra i suoi abitanti.
Realtà e fantasia convivono da quando esiste #RdM.
“Stanno raccontando che ieri notte una donna è stata avvistata mentre si trasformava in uccello. C’è una strega in giro.”
“Fate attenzione alla strega. Dal lunedì al venerdì può venire a trovarvi in casa.”
“Avete sentito la novità? È arrivato il primo caso di covid a Rincón. L’ha portato proprio la strega.”
“C’era un gruppo arrivato da Barranquilla in quarantena nella scuola. La strega era in quel gruppo ed è scappata da lì trasformandosi in uccello.”
“No, il caso di covid è stato portato da una ragazzina stufa di rispettare la quarantena. Ha attraversando il bosco in moto con l’aiuto dei genitori.”
“Non c’è stato nessun caso di covid, era un’invenzione per ricevere aiuti dal governo.”
“Senti la musica? Un’altra festa clandestina.”
“Però c’è tensione nell’aria. Durante la quarantena molte coppie si sono separate e sono sbucati fuori amanti e pettegolezzi.”
“Ieri notte hanno picchiato Erik perché ha ballato con la ragazza di un tipo geloso. Gli hanno dovuto mettere 10 punti sulla fronte.”
“Il tipo geloso è il notaio. Giordan si è vendicato facendogli un occhio nero.”
“La signora Miriam, l’infermiera, ha scritto sulla porta di casa che adesso addebita 10mila pesos per ogni punto che cuce.”
“Infatti il notaio ha dovuto pagare 100mila alla mamma di Erik per l’aggressione.”
“Erik muore dalle risate quando lo racconta. Dice che tanto lui è nero e i punti non si vedono.”
“Che imprenditrice però l’infermiera!”
“È stato ricoverato in ospedale el Kike, quello del negozio di alimentari.”
“È morto. L’ha scritto il figlio su Facebook.”
“Lì in strada stanno spiegando che non è morto. Ha avuto un infarto ma l’hanno rianimato.”
“Il figlio ha scritto un altro post ripetendo che è morto.”
“Tatiana ha chiamato dicendo che non è più morto.”
“Ma davvero?”
“Sì, è resuscitato.”
“Mi ha appena chiamato Bernis dicendo che effettivamente ora sì che è morto.”

“Non si muore quando si deve, ma quando si può”

– G. Garcia Marquez, Cent’anni di solitudine

(premio Nobel 1982)

ambientato a Macondo, paesino immaginario ispirato alla vita e al folklore dei villaggi caraibici colombiani